2 apr 2016

Ode a Varsavia


Varsavia strugge
in fertili centri commerciali
che puzzano di nuovo
tra gemme d'asfalto e rovine.
Strutture leggere, invisibili
sfavillano di luce che filtrante
miseria del passato in-forma
poesia, mistero e incanto
scolpiti in acciaio, vetro, mattoni
intessuti sul non esistente
che si incastona nella s-travolta umanità,
nella semplice, sconvolgente, intenzione
del ritorno alla vita tenue,
scandita su forme
di pannelli in storie fumanti,
stracciati, limpidi di malinconia,
pure come lacrime
stillate da un cielo immacolato.
Ode al Narodowe che Storia racconta,
al Lazienski che passi raccoglie!
Ode a Chopin e ai suoi natali
che preservano il cuore!
ancora di sangue pulsante
in eventi, rintocchi e glissandi
nel caleidoscopio di melodie
a colorire l'istante.
Ode alla neve che tutto ricopre
e dal settimo piano infonde stupore!
coi corvi sugli alberi a batter la fiacca
a dirsi più di quel che immagini.
Bianca e soffice coltre avvolge caviglie
in strati di calze dai mille colori,
volanti irriconoscibili volti
franano mascherati di sciarpe e cappelli.
Ode allo scivolone che ti fa scoppiare,
ridere forte come i bambini!
e il fiato nell'aria è presto dissolto
nel calore di un fioco locale.

Varsavia, di pure impressioni un focolare.


Prince Johnny

4 commenti:

  1. Bella. La Polonia ti ha proprio conquistato eh?

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    1. Ci sono tanti posti belli in Europa, la Polonia è uno di questo, di certo tra i più interessanti che abbia visto. Varsavia in particolare, non la più bella delle città, ma quella che colpisce di più. C'è qualcosa di poetico che non ho colto in altri luoghi, saranno le ferite, le strade, le strutture. Varsavia è la cronaca di un mito caduto, ha un che di glorioso che ho trovato solo in poche altre città. Questa poesia però è una rielaborazione di storie raccontatemi, una specie di "gioco" che ho fatto anche con te nei miei post precedenti.

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