19 feb 2015

Commenti: La Palermo della mia giovinezza



Commento 1: Prince Johnny
Mi piacciono molto i tuoi racconti di vita vissuta e, come studente di storia, ti sono grato per la testimonianza. La Mafia del resto non sono solo i morti ammazzati, è la vita quotidiana che ti prende ed incide sulle cose di tutti i giorni come un rasoio sulla carne viva. Personalmente sono molto affascinato dalla figura di Giovanni Falcone, per me una sorta di sociologo della Mafia e non un semplice giudice. Lui, più di tutti gli altri, aveva capito cosa fosse ed ha cercato di metterne in luce i fattori umani.
Risposta 1: Sandokan
Sono d'accordo con te, Falcone conosceva bene la questione e seppe anche svelarne i meccanismi. Lo rivelano anche le testimonianze che ebbe con i pentiti.
Risposta 2: Prince Johnny
Vero! Infatti lui diceva che a modo loro i mafiosi sottostavano a delle regole (regole di Cosa Nostra ovviamente) e che andavano rispettati dal punto di vista umano. Questo gli consentiva di essere un interlocutore credibile anche verso coloro i quali inizialmente si mostravano scettici davanti alle sue azioni. Addirittura descriveva la personalità di alcuni dei pentiti e li distingueva per capacità intellettive ed organizzative, mentre di alcuni ne metteva in luce anche il carisma personale. Mi viene in mente Tommaso Buscetta, un personaggio considerato di spessore all'interno dell'organizzazione, a tal punto che dalle parole di Falcone emerge una sorta di rispetto per la sua vicenda umana nonché una passione tutta particolare per la storia degli uomini di mafia. Una sana suggestione oserei dire.
Risposta 3: Sandokan
Buscetta aveva una personalità molto complessa e si fidava solo di Falcone. Non avrebbe parlato con nessun altro. Aveva anche delle fragilità enormi, non a caso tentò il suicidio. La grandezza di Falcone sta anche nella sua semplicità: tieni sempre a mente che negli anni in cui ha operato era nient'altro che un comune magistrato, non molto famoso dunque. Io stesso, negli anni in cui era in vita, non mi ero mai accorto dell'importanza del suo ruolo nella lotta alla mafia.
Risposta 4: Prince Johnny
Falcone entrava davvero nella testa dei mafiosi e il suo modo di ragionare mi ha colpito molto. Di Buscetta diceva che era un uomo d'onore perché a suo modo non aveva mai infranto le regole di Cosa Nostra. Si era pentito perché qualcuno aveva violato le regole prima di lui uccidendo vari membri della sua famiglia data la sua latitanza in Brasile durante la seconda guerra di mafia. Buscetta nonostante tutto, non era mai stato un infame sebbene fosse stato uno dei protagonisti assoluti del Maxiprocesso. Falcone parlava di una dignità dei mafiosi che non era tanto dissimile da quella siciliana e, probabilmente, da quella italiana, del resto lui stesso diceva di poterli comprendere e di aver vissuto negli stessi luoghi dove i nemici dello stato si annidavano, nascevano e crescevano.

Commento 2: Kimika
Brrr, mi hai fatto venire la pelle d'oca! Però almeno grazie ai tuoi racconti posso immaginare cosa significa vivere dalle tue parti.
Risposta 1: Sandokan
In realtà per motivi di lavoro non ci vivo più, ma comunque queste esperienze hanno marchiato a fuoco tutta la mia vita
Risposta 2: Kimika
E ci credo!
Risposta 3: Sandokan
L'importante è non dimenticare e se nel mio piccolo ho acceso in te una piccola curiosità, be' mi considero soddisfatto :)
Risposta 4: Kimika
Se ne parla male in TV e quando lo si fa ci sono solo morti, senza mai considerare le storie e non si capisce bene per quale motivo la gente non si ribella. Certe volte penso che è tutta colpa delle persone che non fanno niente, poi leggo questi racconti e capisco che il problema è più complicato.
Risposta 5: Sandokan
Penso di capire cosa intendi anche se per me è naturale parlare di Mafia e ogni volta che sento qualcosa al riguardo so tutto e tutti i collegamenti mi si attivano in automatico nel cervello. So bene che per te non deve essere così.
Risposta 4: Kimika
Già...

Commento 3: skianto
Penso che ci sia tanta omertà perché lo Stato non c'è
Risposta 1: Sandokan
E' vero, lo Stato non c'è eppure noi dobbiamo avere fiducia in lui
Risposta 2: skianto
Come si fa ad avere fiducia in qualcosa che non c'è?
Risposta 3: Sandokan
Avendo fiducia in noi stessi. Noi siamo lo Stato ed ognuno di noi è chiamato a fare qualcosa. Lo so che sembra una cosa complicata e lo è, ma se questo principio viene meno è il concetto di Stato democratico a venir meno ed è esattamente quello che la Mafia desidera.

Commento 4: Ransie
Quanto è stato traumatico per te tutto questo?
Risposta 1: Sandokan
Tantissimo... certe volte ho creduto che per sopravvivere sarei dovuto diventare uno di loro, ma io non volevo essere così...
Risposta 2: Ransie
Allora che cosa hai fatto per non essere come loro?
Risposta 3: Sandokan
Ho seguito la mia strada, ho ascoltato il mio cuore e sebbene dentro di me c'è una parte che desidera dominare, ne sono consapevole, l'altra mi ha insegnato come preferisca condurre piuttosto che comandare e la conduzione non passa attraverso la forza di imporre le cose, ma tramite la capacità di convincere le persone. Io, nel mio piccolo, posso e devo fare qualcosa per cambiare le persone, dire loro che si può seguire un corso diverso nella propria vita. Inoltre credo fortemente nella libertà che, a differenza di quello che pensiamo soltanto perché siamo nati e vissuti in democrazia, è fatta di costi e di rinunce molto alte. Ma, rinunce a parte, la Mafia è la negazione di tutto questo, di qualsiasi libertà. Essere uno di loro mi avrebbe fatto morire dentro.
Risposta 4: Ransie
Grazie mille, la tua saggezza ti fa onore
Risposta 5: pecoranera
Ma quale esempio, quale saggezza, ha conosciuto un'altra e se n'è andato! :D
Risposta 6: Sandokan
Hahahaha mannaggia a te! :P

Commento 5: Il Marchese
Anzomma, te lascio col racconto de Caltanissetta e te ritrovo con quello de Palermo. Anvedi sta isoletta tua che bellezze che c'ha! :P
Risposta 1: Sandokan
Be' per fortuna la Sicilia non è solo Mafia
Risposta 2: Il Marchese
Eccerto, ce stanno i cannoli, 'e cassate... vabbè 'e cassate se fanno pure a Roma! :D
Risposta 3: Sandokan
Spesso le hanno fatte romani e siciliani insieme, le "cassate" non hanno confini internazionali, figuriamoci quelli regionali :)
Risposta 4: Il Marchese
Quelle so' cassate che se fanno da decenni. Il giorno che tiramo le cuoia famo un secolo de cassate siculo-romane.
Risposta 5: Dolly
Se volete festeggiamo con la pastiera, giusto per variare
Risposta 6: Il Marchese
A Napoli ce sta n'artra scuola de pasticceria, però pure là m'hanno detto che li camorristi so' bella gente. Me viene 'n mente 'na storia che m'ha raccontato l'amico mio che c'ha 'n amico de Napoli. 'Na vorta questo stava 'a cammina' dentro a quei vicoletti, in quarche postaccio tipo 'e Quartieri Spagnoli. An tratto se avvicina uno co 'na faccia brutta brutta che je fa:"Dammi tutto quello che hai" e l'amico de l'amico mio je fa: "Guardi non ho niente". Ma er brutto ceffo nun je credeva e j'ha detto: "E dai, fammi vedere il portafogli". Così quello l'ha aperto e veramente nun c'erano manco 5 euri. Allora er brutto ceffo s'è 'mpietosito e mettendogli una mano sulla spalla je fa: "Vabbè, andiamo al bar, te lo offro io il caffè!" :)
Risposta 7: Sandokan
Hahahah oddio questa è fortissima! :D
Dubito però che fosse un camorrista, ma comunque uno spasso!
Risposta 8: Dolly
Hahahah che mito! Ma a Napoli anche le forze dell'ordine sono molto umane. Una volta un mio amico, fermato da una volante dei carabinieri in piena estate, è stato ripreso dal brigadiere perché non aveva la cintura di sicurezza.
- La prego, Signor Brigadiere, non mi faccia la multa
- Ma Signor Esposito, Lei non stava rispettando il limite di velocità e per di più non indossava nemmeno la cintura di sicurezza!
- Ha ragione, Signor Brigadiere, ma sa, con questo caldo - e poi toccandosi la pancia - e con questo peso davanti, la cintura è veramente una tortura.
Il Brigadiere lo guardò dritto negli occhi, poi dette un'occhiata alla sua pancia che era di gran lunga più grande di quella del mio amico e disse:
- Eh a chi lo dice... va bene, su, vada vada! :)
Risposta 9: Sandokan
Mi state ammazzando :'D
Risposta 10: Il Marchese
Noi arrivamo dove la Mafia non riesce! :P

8 commenti:

  1. Molto bello anche questo post! Toccante la prima parte.

    Stemperato alla fine dal mitico Marchese XD

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  2. Bellissimo post, più "serio" e toccante nella prima parte e man mano più leggero e ironico (che te lo dico a fare, concludere con l'intervento del Marchese è stato geniale!).
    Sei stato molto abile nel riuscire a mantere un'equilibrio tra i discorsi dei vari partecipanti al dialogo senza far perdere "importanza" all'argomento, già molto delicato di suo! :)
    Baci!
    S
    http://s-fashion-avenue.blogspot.it

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    1. Grazie Silvia, pensavo che dopo queste emozioni forti occorresse qualche riflessione e che il tema andasse anche un po' sdrammatizzato per poter sorridere della nostra società e di alcuni luoghi comuni. In fondo noi siamo anche questo, mi piace la gente che sdrammatizza le cose sorridendo, penso che sia una gran bella dote. Comunque la storia del Marchese l'ho sentita per davvero, mi sembrava carino fargliela raccontare in quanto "uomo della strada". E' davvero un personaggio molto apprezzato in questo racconto, sto seriamente pensando di fargli raccontare qualcosa: sarebbe una bella sfida per me! E' la prima volta nella mia vita che introduco qualcosa di comico nelle cose che scrivo.

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  3. Kimika presenta un punto sul quale ho avuto modo di riflettere pure io. Si da la colpa a chi non parla per il fatto di non avere parlato, ma essere nei panni di persone semplici che rischiano grosso se anche azzardano a respirare non è facile. Codardia, omertà di sicuro, ma spesso le persone hanno bisogno di sentirsi le spalle coperte per prendere fiducia e testimoniare un qualsiasi torto (pensa anche alle donne picchiate dai mariti che omettono spaventate da un uomo solo), quindi credo servisse allora come oggi proprio una protezione effettiva del cittadino.

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