23 set 2014

Post #95


Com'era prevedibile anche lei non era poi sto granché. Umanamente intendo. Insomma, dopo mesi di assidue frequentazioni, la invito a cena. No, non intendevo fare una cena romantica a lume di candele o cose simili, volevo che fosse qualcosa di divertente. Così le ho proposto una pizza. No, non in pizzeria, ma a casa mia.
E lei ha accettato. Allora sono andato al supermercato, ho comprato farina, lievito, uno scamorzone e una lattina di pelate. Ho insistito tanto, volevo che vedesse tutta la procedura! L'idea sembrava stuzzicarla perché le ho raccontato dei miei trascorsi nella pizzeria di mio zio. Sono un esperto insomma. 
- Davvero? - mi fa, - allora devo proprio vederti all'opera! 
Ero così felice quando me l'ha detto, credevo che non ci sarebbe mai venuta a casa mia e invece... Quando ha suonato il citofono ero tutto un fremito! Si è presentata leggermente in ritardo, ma chissenefrega! L'ho fatta venire in cucina, le ho fatto mettere il grembiule e le ho detto facendo un'insolita faccia da culo:
- Adesso mi aiuterai con l'impasto!
Lei era un po' sorpresa, mi ha guardato strano e borbottando ha detto:
- Menomale che dovevo solo guardare!
Tutto sommato, comunque, sembrava abbastanza divertita dalla situazione, così ho colto la palla al balzo. Ho fatto fare tutto a lei! E' stata bravissima. Ha sciolto il lievito nell'acqua calda e poi ha versato tutto nel cumulo di farina aggiungendo del sale.
- Wow, sembri nata per impastare!
- Ma piantala! Che stronzo che sei, mi inviti a cena e poi fai fare tutto a me.
- Be' devo ammettere che lo fai bene.
- Ovvio, noi ragazze facciamo le cose meglio dei maschi, non lo sapevi?
- Certo che lo sapevo, ecco perché te lo lascio fare.
- Bastardo, sei proprio uno sfruttatore. Scommetto che anche tuo zio fa così con te, vero?
Insomma, a lungo abbiamo giocato a sfotterci, ma abbiamo riso veramente di gusto. Complice il vino novello di papà. Tutte le volte che vado a trovare i miei ne prendo sempre un po', così quando ho ospiti a casa ho la bottiglia sempre pronta. Come dire, ho sempre il colpo in canna.
Dopo quattro ore abbiamo infornato la pizza, era venuta veramente buona, così tanto che lei non ha perso l'occasione di vantarsi:
- Ah vedi, se non era per le mie manine magiche!
- Ma va là, se non c'ero io manco capivi che stavi facendo!
- Tu non ti preoccupare, intanto vado da tuo zio e gli chiedo di prendermi in pizzeria al posto tuo.
- Ah, quindi adesso saresti una brava pizzaiola vero?
- Ammettilo, mi è uscita bene.
- Sì, sì, sì.
E poi ci siamo messi a ridere come scemi, così, senza motivo. E più andavamo avanti e più mi piaceva anche quella sua acidità corrosiva. Non so perché, ma le ragazze acide mi hanno sempre fatto un certo effetto. Fanno tanto le tipe disilluse, le donne di mondo che hanno vissuto chissà cosa, ma sotto sotto nascondono un non so che di fragile. Così almeno mi illudevo.
Tutto procedeva magnificamente fino a quando, a un certo punto, lei si è messa in testa di uscire. Per fare cosa poi? bere altro alcool fuori casa, come se non ne avessi abbastanza in casa! Cazzo, ma che motivo c'era? Vabbè, l'ho assecondata. L'ho seguita. Siamo andati in un bar superaffollato del centro. Abbiamo ordinato un paio di Negroni e poi abbiamo ripreso a parlare. Mano mano la conversazione sembrava evolversi positivamente. Le fissavo gli occhi con insistenza, con lo charm contraddistinto da certe venature alcolizzate che non vi dico. Pensavo: "dai, cazzo, non vedi che se non ti dai una spicciata qua diventiamo grotteschi? Non sciupare tutto, baciami porca miseria!"E il bacio è arrivato.
Dopo aver finito il suo drink, lei ha poggiato velocemente il suo bicchiere sul marciapiede, poi afferrando il mio con rapidità, si è scolata quel poco che rimaneva. Mi ha fissato per un istante con un'intensità tale che non c'ho capito un cazzo. E mi ha baciato. Un bacio con una violenza tale da spaccarmi le gengive: voluttuosamente la lingua scivolava, sembrava che mi stesse mangiando vivo! Mi si è avventata con una forza che Dio se l'era dimenticata! E la cosa mi piaceva da morire, oh se mi piaceva! Tra me e me pensavo che era fatta, questa sarebbe stata la volta buona per consumare. Poi, all'improvviso, i miei sogni di gloria sono stati miserabilmente infranti.
- No, non posso!
- Ma dai, cosa ti prende adesso? Perché no?
- Devo andare a casa?
- Ma come, proprio ora?
- Sì, guarda, mio padre tra poco mi chiamerà, starà in pensiero.
- Allora digli che vai a dormire da un'amica
- Non posso, questa era la scusa di ieri...
- Ma perché ieri dove sei stata?
- Ma fatti un po' i cazzi tuoi! Perché devi sapere sempre tutto della mia vita? Chi cazzo ti credi di essere?
- Woooo, calmati, che cazzo ti prende? Oh, ma lo sai che sei proprio strana?
- Ah io? Non posso fare niente senza che tu non mi faccia il terzo grado e poi sono io quella strana? Guarda che io e te non stiamo insieme, quindi vedi di andartene affanculo! Non ho bisogno di te!
- Ma vaffanculo tu, brutta stronza! Chissà con chi sei stata ieri e adesso mi fai le storie del cazzo. Ma vattene a casa e non rompere i coglioni!
Così l'ho piantata. E mentre mi allontanavo, mi fissava a bocca aperta, esterrefatta, come se non mi credesse capace di simili reazioni. Fanculo. Un po' mi dispiace, perché mi considero un ragazzo tranquillo, un tipo pacifico e ragionevole. Ma lei se l'è proprio cercata, mi ha trattato da zerbino e anche se è una figa da paura non aveva proprio il diritto di comportarsi così con me. Pazienza, me ne farò una ragione. Sempre meglio che avere a che fare con una figa di legno!

5 commenti:

  1. Come immaginavo sei partito alla grande. Questo primo post me lo sono divorato, aspetto con ansia il prossimo ;)

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  2. non vedo l'ora di leggerti ancora! a prestissimo :) xoxo Rita Talks

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  3. Hmmm, interessante! Un grande inizio!

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